Rosa

RIONE VETERE

Sono nata e vissuta fino a sei anni in una grotta buia nel rione Vetere. Davanti c’era la Chiesa della “Madonna delle Virtù” e con la sua maestosità toglieva completamente la luce che entrava appena dalla porta di ingresso. Il lamione dove vivevamo continuava con una stalla, dove avevamo una cavalla, un mulo e una capra, e con altre grotte in cui nessuno era mai entrato e nessuno sapeva dove finivano. Era la parte misteriosa della casa che mi suscitava fantasie angoscianti.

In casa non stavamo quasi mai, ma vivevamo nel vicinato della mia nonna materna che abitava in una casa piena di luce e sole con un loggiato da dove si dominava e si ammirava un bel panorama.

La notte della Befana era un incubo: dovevamo dormire coperti fino alla testa, perché se avevamo gli occhi aperti veniva il Cucibocca (ovvero il consapiatti) a cucirci la bocca. Io passavo la notte sveglia con la tentazione e la curiosità di scoprire la testa per vedere la Befana e con la paura del Cucibocca. Ho pochi ricordi della mia infanzia, e quei ricordi sono abbastanza tristi.

VIA D’ADDOZIO

All’inizio di Via D’Addozio, prima della Chiesa di Sant’Agostino, c’era la casa della mia nonna materna: la casa degli odori, delle libertà e degli affetti.

Un muretto a metà e una tenda a strisce rosse e blu, tessuta da mia nonna, dividevano l’unico lamione in due spazi: soggiorno e lettone avanti e cucina con i due letti degli zii grandi e legna dietro. In un angolo un’altra tenda nascondeva il vaso da notte cilindrico (u quondr).

L’odore del ragù con le braciole di mia nonna lo sento ancora nelle narici, così come l’odore della corona di aglio sul lettone per scacciare i vermi (così diceva lei). Nel loggione fuori, su cui si affacciavano varie abitazioni (prima granai comunali), si correva, si giocava, si saliva sulle sedie di nascosto per vedere cosa succedeva nel vicinato sottostante.

QUARTIERE DI SERRA VENERDI’ – VIALE GRANTURCO

Serra Venerdì è stato il primo Rione costruito dopo la legge sul “Risanamento del rione Sassi” del 1952. Siamo stati i primi ad avere la casa in quel quartiere nel Maggio del 1956, perché nei Sassi abitavamo in un tugurio e vivevamo in cinque. Dopo qualche giorno, il 31 Maggio, nacque mio fratello Pasquale, il primo bambino nato a Serra Venerdì. Ci eravamo appena trasferiti e già la casa era piccola perché la famiglia era cresciuta. Era, però, una vera casa, dove entrava la luce e il sole dalle finestre, l’acqua era a portata di mano e c’era anche un piccolo giardino. Potevo giocare all’aria aperta anche con i maschi, i compagni delle porte accanto. Si giocava alla settimana, al mercato, a scoprire i nostri corpi diversi. Io giocavo sempre alla maestra e maestra sono diventata

RIONE S.PARDO – VIA M.R.GRECO

In Via M.R.Greco c’è la scuola elementare dove io ho insegnato per 22 anni, sia come supplente sia come insegnante di ruolo.

Nel 1975 ebbi una supplenza in una prima elementare. Di fronte la scuola dove ora c’è la chiesa evangelica che dà su Via S.Pardo, c’era un campo di zingari che ben si vedeva dalle finestre della mia aula. Era difficile far concentrare i bambini perché la loro curiosità era rivolta agli zingari. Un giorno decisi di spalancare le finestre e li invitai ad osservare quello che succedeva. Avrei utilizzato le loro osservazioni per scrivere o disegnare. All’improvviso arrivò il direttore e l’ispettore che facevano il giro delle classi. Io volevo sprofondare. I bambini tutti in piedi affacciati alle finestre, alcuni addirittura sui banchi per osservare meglio, commentavano ciò che vedevano.

Furono invitati invano a sedersi immediatamente e a fare silenzio. Io cercai di spiegare la ragione di quelle posture e di quel chiacchierio, ma fui ripresa ed esortata ad essere più di polso e a tenere la classe più in ordine.

MURGIA TIMONE

Murgia Timone è stata la mia scoperta delle chiese rupestri, della storia geologica, antropologica e naturale di Matera insieme alla Lega Ambiente e al C.E.A. (Centro di Educazione Ambientale).

Come responsabile del settore scuola della Lega Ambiente ho collaborato alla costruzione di progetti di educazione ambientale e ho coinvolto per prima le mie classi di terza e di quarta e con il tempo tutto il quarto circolo.

PIAZZA CESARE FIRRAO

In piazza Cesare Firrao c’era la sede del P.C.I. (Partito comunista italiano) io sono stata una militante.

Il PCI è stato per me una scuola di formazione, mi ha fatto prendere coscienza in modo consapevole delle ingiustizie, dei soprusi e delle disuguaglianze di questa società, idealizzando (a torto) i regimi comunisti.

Ho conosciuto da vicino buona parte del gruppo dirigente: Berlinguer, Amendola, Reichlin, Napolitano, Cossutta, Ingrao, Carlo Levi, Occhetto.

Fui candidata e fui eletta nel consiglio comunale di Matera nel 1980, la prima donna comunista insieme ad una donna della DC e una del movimento sociale. Non potrò mai dimenticare le discussioni aperte e nascoste all’interno del PCI soprattutto tra i più anziani che non condividevano la mia candidatura perché ero una donna convivente con un compagno divorziato con dei figli. Il popolo materano, dicevano, con le solide tradizioni, non avrebbe votato. Ma sostenuta dalle donne dell’UDI, del movimento femminista e dal quartiere di Serra Venerdì dove ero vissuta, fui eletta a pieni voti con una grande soddisfazione. in queste circostanze, i pregiudizi e la cultura contadina, sessista, retrograda, venivano fuori allo scoperto, nonostante che il PCI fosse il partito più aperto verso l’emancipazione femminile.