Mappa Madre

DI API E BALENE.

Cominciò tutto con la confezione di una scatola blu per la quale  disegnai  i 4  logoi chiave: Tempo, Memoria, Emozione, Anima dei luoghi. Immagini che rimandavano a frammenti reali (anche se leggermente trasfigurati), del  paesaggio materano.  Quella scatola era il kit di una prima ” caccia  al tesoro” per i miei allievi che l’avrebbero ricevuta per posta con l’invito a partecipare al progetto.

Ma fu anche uno scrigno per custodire le mappe emozionali di  quei 400 abitanti di Matera che nella prima fase del progetto avevano redatto la propria  memoria cartografica.

Perché L’Atlante delle emozioni della Città di Matera , ( seme del più ambizioso Atlante Emozionale delle Città), nasce dal contributo di due diverse fondamentali attitudini cartografiche: ci sono le  mappe redatte dai sedentari, cioè da chi vive o ha vissuto in questa città;  viaggiatori  nel tempo, in questo caso,  perché la vita di costoro aderisce e  si sovrappone a quella di Matera. Le mappe di questo tipo sono infatti palinsesti di memorie e di ricordi.

E poi ci sono i  forestieri, viaggiatori nello spazio. Che cosa colpisce, che cosa emoziona, quale intensità arriva dalla città a persone che magari non l’hanno mai vista e che la percorrono per una settimana, scoprendola. Per loro Matera non è una città familiare ed usurata dall’abitudine ma  un luogo inedito di esotiche meraviglie.

I miei “apiari”, così ho battezzato i tre laboratori estivi nei quali ho guidato più di trenta artisti, sono la  sintesi di questi due viaggi nel tempo e nello spazio. Perché lavorando gli uni a fianco degli altri , i forestieri  hanno incontrato i residenti, i residenti hanno sposato i forestieri. Da questi incontri sono nate le opere esposte nella Secretissima Camera de lo Core.

Compresa la mia Mappa Madre.

Ho scelto di rendere conto del mio contributo  al progetto del Teatro dei Sassi citando direttamente le pagine del  mio  Diario Facebook  scritte subito a ridosso della  mia presenza  a  Matera. Il carattere sincronico ed estemporaneo  di questi brevi scritti mi pare che trasmetta  un poco del calore di quella entusiasmante esperienza.

Gli Apiari

Giugno 2018

Non workshop ( sfumatura mercantile), non laboratorio (brr), non stage (neutro), neppure seminario (che per via dei semi mi piace più degli altri, ma evoca anche stantie e rigorose clausure ). Forse questo primo ritrovo di mappatori, sotto gli auspici del Teatro dei Sassi e di Matera Capitale, è soprattutto un apiario. Bottiniamo come api zelanti fiori di stupore e deponiamo bellezza nell’alveare comune. Non lavoriamo per un vantaggio qualunque ma per far durare la grazia  di un accordo dove ciascuno si compiace del lavoro altrui…. Perché il vero premio di questo lavorare insieme è proprio un CONCERTO.  Grazie per oggi , cari, teneri cartografi …

Luglio e agosto 2018

Stanotte ho sognato che nel tessuto del mondo, ( che era anche una città e una casa), c’era un vuoto. Mancava un’area delle dimensioni di una piccola piazza e se ci si affacciava sui bordi di questo vuoto lo sguardo precipitava nel nulla. Allora chiedevo agli amici di aiutarmi a riparare la falla e per farlo usavamo un bel cartoncino resistente incollandone diversi strati l’uno sull’altro. Si formavano piccoli gruppi, e ciascuno creava il suo tassello con piccole asole laterali per cucirli insieme. La cosa bella è che tutti ornavano il loro cartone con disegni, scritte e simboli che consentivano di identificare, non gli autori individualmente , ma le loro affinità ; qualcosa di simile ad un marchio rappresentante una certa “famiglia spirituale”. Poi io cucivo insieme i pezzi e ne saggiavo la resistenza. Non solo reggeva il mio peso, ma anche quello di tutti i partecipanti _ alla fine si contavano a centinaia_ che si mettevano a ballare e a festeggiare. Quando mi sono svegliato mi sono accorto che nel sogno avevo semplicemente rielaborato l’esperienza dei nostri laboratori a Matera.

La cura delle opere e la  costruzione della “Secretissima”

Novembre 2018

Alla domanda dell’intervistatore su cosa facessi a Matera in questi dieci giorni di novembre ho risposto che accudivo le opere create negli apiari d’estate. Accudire è parola inusuale, nel mio lessico personale, fuori dal contesto a cui è riservata: accudisco il mio pappagallo o il gatto; ho accudito i miei figli e mia madre malata. Eppure nell’infinitesimo istante in cui mentalmente scarti o scegli una parola per trovare quella giusta, ho capito che stavo proprio accudendo: non allestivo, non montavo, non preparavo, non completavo, non impreziosivo… La tonalità di affettuosa sollecitudine predominava. Accudivo una mostra.
Aborro il  sostantivo “curatela” , algido e tecnicizzante: tanto è vero che la “cura” di una mostra assomiglia oggi ad una pratica clinica. A meno di non tornare al fantastico etimo medioevale, ( smentito dalla prosaica linguistica attuale): cura da “quia cor urat”: perchè scalda il cuore. Curare come accudire, appunto. Come questa estate con gli artisti che hanno creato con me. Scaldare ed essere scaldati. Nell’attenzione. E così è stato in questi ultimi dieci giorni, lavorando fianco  a fianco con Paolo, Marco e i ragazzi/e , con Massimo, Luciana, Mariangela. Con Lele e Nina . Le fotografie che vedete raccontano qualcosa dei momenti di grazia che abbiamo vissuto alla Fabbrica del Carro Trionfale, (lo scheletro del Carro sullo sfondo !), o in Biblioteca, (dove una foresta di Bambù è volata dalla strada al quarto piano). Grazie agli amici di Matera che venivano a spiare e ad aiutarci. E grazie anche, visto che ci siamo , alla presenza siderale di Morgana la mantide e a quella amorevole del cane Drugo.

La Mappa Madre

Autunno2018

Poi mi fu commissionata una Mappa MADRE. Avevo arrotolato in un angolo dello studio un enorme foglio di carta di riso, (tre metri per due), che un lungo viaggio aveva portato a me dal Laos. Seppi subito che quello sarebbe stato il supporto. Quasi simultaneamente seppi che la grande mappa avrebbe avuto forma di balena.
Perchè le mappe figlie erano molte e occorreva un grande, grande utero nel cui tepore collocarle tutte.
La mappa Madre è una mappa che contiene tutte le altre: è una sintesi di geografie emotive, (emotivo meglio di emozionale), di luoghi che sono stati amati o odiati, di vite e di morti, di odori e sapori, di luci e penombre.
Una sintesi, anche, di tutte le geografie che gli artisti che hanno partecipato ai miei apiari hanno voluto regalare a Matera.
Nei giorni in cui mi fu commissionata la Mappa Madre fu chiesto ad Alessandro Baricco, ( che no vedevo dai tempi dell’università), di collaborare al grande Atlante delle Emozioni.  Accettò, a condizione che il suo intervento sarebbe stato il cartiglio sulla mia mappa. Eccolo.
Nei giorni in cui mi fu commissionata, anche la danzatrice Heike Hennings accettò di interpretare l’Atlante.  La balena ha inghiottito anche lei.  E tutti quelli che in un modo o nell’altro hanno contribuito ad allestire la SECRETISSIMA CAMERA DE LO CORE, dove la Mappa Madre appare come una vela gonfiata al vento dello stupore.

Stefano Faravellihttps://northernhousingconference.com/